Il ruolo del calcio al centro della strategia di K-Adriatica: focus sulla somministrazione nell’uva da tavola

Più ci si avvicina alla fase cruciale della campagna dell’uva da tavola, più i produttori si dedicano alla ricerca di trattamenti che possano ottimizzare la qualità del grappolo e favorire una più ampia commercializzazione. Nel contesto del mercato dell’uva da tavola, i parametri qualitativi, tra cui il grado brix, la croccantezza, la serbevolezza e la shelf-life della bacca rivestono particolare rilevanza. La shelf-life diventa il punto più importante per i produttori, che cercano di potenziarne la conservabilità per ridurre gli sprechi, aumentare la competitività sul mercato e garantire la disponibilità del prodotto in periodi economicamente più favorevoli. La strategia di K-Adriatica si pone al centro di questa dinamica, poiché cerca di gestire al meglio il calcio in agricoltura, per preservare la qualità ed aumentare la shelf-life delle uve.
 
Lo sviluppo della croccantezza è un altro aspetto fondamentale per l’uva da tavola: la varietà gioca un ruolo significativo, ma è altrettanto influenzata da pratiche agronomiche mirate. L'interesse crescente per l'uva crunchy sul mercato, per esempio, ha reso questo attributo fondamentale anche per il valore della referenza. In questo senso, l’apporto di calcio spicca come elemento cardine per migliorare la croccantezza dell’acino, prolungare la shelf-life del prodotto ortofrutticolo e anche per contrastare fisiopatie come le clorosi per eccesso di calcio.
 
Per quanto riguarda l'applicazione del calcio nell'agricoltura dell'uva da tavola, è fondamentale iniziare durante la fase di fioritura, perché è proprio in questo momento che la competizione, che avviene anche per il calcio, tra gli organi di accrescimento della pianta è massima. Apportare il calcio esclusivamente nella fase finale è un errore, perché non sarebbe assimilabile se non è stato precedentemente immagazzinato.

Il KAMAB 26 di K-Adriatica per migliorare l’assimilazione di calcio

Come migliorare l’assimilazione del calcio in vigneto? Qui, la scelta strategica dei formulati diventa cruciale, e in questo scenario emerge il contributo di K-Adriatica con il KAMAB 26
Come spiega Maria Rosaria Stile, responsabile ricerca e sviluppo di Adriatica Group, “Il KAMAB 26 di K-Adriatica è studiato per migliorare la croccantezza e la shelf-life del grappolo: la sua formulazione apporta calcio in un rapporto ottimale con gli altri elementi nutritivi, consentendo sia la correzione dei disordini fisiologici legati a squilibri nutrizionali delle piante, sia l’aumento della quantità di calcio che si fissa nelle pareti delle singole cellule del frutto (calcio pectato), migliorandone di conseguenza la consistenza e la resistenza. Inoltre, la formulazione unica del KAMAB 26 di K-Adriatica garantisce una distribuzione omogenea del calcio in tutto il frutto, evitando accumuli disomogenei tipici di altri prodotti a base di calcio. Applicato per via fogliare, il prodotto del catalogo di K-Adriatica KAMAB 26 consente al calcio di essere assimilato in modo rapido ed omogeneo dall’acino”.
 
La soluzione nutrizionale KAMAB 26 di K-Adriatica può essere applicata dalla ripresa vegetativa alle prime fasi dell’ingrossamento dell’acino, ottenendo risultati differenti a seconda della fase fenologica in cui lo si applica. 
 
Maria Rosaria Stile di Adriatica Group prosegue: “L’applicazione di KAMAB 26 durante la fase di ripresa vegetativa-prefioritura contribuisce al potenziale produttivo della coltura, migliorando sia l'apparato fogliare che la struttura del grappolo. La somministrazione post- fioritura di KAMAB 26 di K-Adriatica stimola invece l’allungamento del grappolo, grazie alla sua formulazione che ne permette un rapido assorbimento, evitando competizioni. Durante le fasi iniziali di ingrossamento dell’acino, migliora la qualità della produzione con un aumento della frazione di calcio fissata nelle pareti cellulari (Calcio pectato), senza creare rischi correlati all’eccesso dell’elemento. Ciò contribuisce ad accrescere la croccantezza e la consistenza, mantenendo intatta l'elasticità della buccia e prevenendo la formazione di spacchi.” 

La somministrazione in campo di KAMAB 26

Giuseppe Quercia, produttore pugliese specializzato nella coltivazione di uva da tavola, afferma: “La somministrazione di Calcio è fondamentale perché stimola la formazione di pectati e la creazione di pareti cellulari più robuste, che contribuiscono a generare acini più croccanti e resistenti; ovviamente è opportuno non creare troppo stress nella buccia”.
 
“L’utilizzo del KAMAB 26 di K-Adriatica nella fase di post fioritura, quando l’acino ha dimensioni di 5mm – chiarisce l’imprenditore – è particolarmente consigliato. Perchè il KAMAB 26 di K-Adriatica stimola lo sviluppo dell’acino e favorisce l’accumulo di calcio, migliorando la consistenza. Un ulteriore vantaggio è la capacità di prevenire il rapido appassimento del rachide in post-raccolta, migliorando l’appeal commerciale del grappolo”.
 
“Quindi - chiarisce Quercia - il fabbisogno di calcio per la coltura della vite da tavola è indispensabile per contrastare i fenomeni di disseccamento del rachide che possono compromettere la qualità del grappolo. Grazie alla somministrazione ripetuta di KAMAB 26 di K-Adriatica con una diluizione di 3kg/ha in 1000 litri/ha di acqua, ho notato un notevole miglioramento della shelf-life del prodotto, con un prolungamento fino a 5/6 giorni. Questo ha reso il prodotto più competitivo sul mercato senza riscontrare fenomeni di spaccatura dell'acino dovuti ad un eccesso di calcio, indicando un bilanciamento ottimale del prodotto di K-Adriatica”.
Infatti, nella nutrizione delle piante, è importante non solo concentrarsi sulla quantità dei nutrienti forniti ma anche sul rapporto in cui questi vengono somministrati. In alcuni casi, la carenza di un nutriente può essere legata ad un rapporto non corretto rispetto agli altri, piuttosto che ad una effettiva carenza. Ad esempio, un eccesso di calcio può essere dannoso, causando fenomeni clorotici che possono erroneamente essere attribuiti a carenze di magnesio. In realtà, sono il risultato dell’antagonismo nell’assorbimento tra questi elementi, che riduce l’assorbimento del magnesio qualora ci sia nella pianta un eccesso di calcio.

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