Produzione cerealicola tra sostenibilità e cambiamento climatico

La cerealicoltura italiana si trova a fronteggiare nuove sfide, prima fra tutte il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo, che pone al centro la sostenibilità con la riduzione delle emissioni di gas serra e una gestione più efficiente delle risorse naturali. Accanto a questi, oggi si deve tenere conto anche degli effetti del cambiamento climatico, che sta compromettendo la fertilità del suolo in termini di riduzione della sua capacità di trattenere i nutrienti essenziali, che di aumento delle perdite di sostanze organica dovuto a più veloci processi di mineralizzazione ed evaporazione legati all’ aumento delle temperature.
La cerealicoltura, che per la propria sostenibilità economica, storicamente è centrata sulla massimizzazione della produzione, deve trovare quindi, soluzioni innovative che non solo preservino la produttività, ma che la raggiungano grazie ad un uso più efficiente delle risorse.
 
La sostenibilità economica è però legata non solo alla quantità prodotta, ma il guadagno finale dell’agricoltore dipende anche da parametri qualitativi come il peso ettolitrico e contenuto proteico oltre ad altri indicatori di qualità, che influiscono direttamente sul valore di mercato delle partite. Questi parametri, influenzati da vari fattori agronomici, tra cui la concimazione, sono gli elementi valutati nei bollettini delle principali borse merci.
 
K-Adriatica ha messo a punto un protocollo per la coltivazione dei cereali, che riducendo del 20 % le unità di azoto fornite, ha dimostrato di essere di efficace nel mantenere la redditività della coltura, nel rispetto degli obiettivi di sostenibilità.
 
Maria Rosaria Stile, R&D manager di K-Adriatica dice: “È fondamentale concentrarsi sulla razionalizzazione e ottimizzazione della concimazione, fornendo alle piante la quantità necessaria di nutrienti nel momento di massimo fabbisogno. Inoltre, in un’ottica di agricoltura rigenerativa, è importante lasciare i residui colturali in superficie, poiché questo favorisce elevati livelli di sequestro del carbonio nel suolo, migliorando la sua capacità di mitigare il cambiamento climatico. “
Il protocollo K-Adriatica integra i principi dell'agricoltura di precisione con la tecnologia dei concimi azotati a lento rilascio e con l'ottimizzazione delle applicazioni fogliari. Questo approccio è progettato per fornire supporto alle piante nei momenti di maggiore fabbisogno, migliorando così la loro resilienza e produttività.
 
In particolare:
In linea con i principi dell'agricoltura di precisione propone l’applicazione localizzata alla semina del microgranulo come MICROPHOS Mo Zn NP 10-46, formulato ad effetto starter che favorisce lo sviluppo radicale e la vigoria delle piante. L’applicazione localizzata promuove un uso più mirato dei nutrienti e minimizza gli sprechi, contribuendo così a pratiche agricole più responsabili e produttive.
 
In linea con un utilizzo più efficiente dei nutrienti, K-Adriatica suggerisce l’applicazione della Linea N-GOOO. Un concime azotato a lento rilascio che rende l'azoto disponibile nei momenti cruciali per la pianta, migliorando il riempimento delle cariossidi. Inoltre, sincronizzando il rilascio con la curva di crescita della pianta, ne efficienta l’utilizzo consentendo di mantenere le rese anche riducendo la dose del 20%.
 
K-Adriatica integra il protocollo con ERGON e MAGNISOL N20 Mo Zn, che applicati rispettivamente con il diserbo e con i trattamenti fitosanitari, non incidono sul numero di trattamenti da fare, ma al contempo migliorano la tolleranza della pianta agli stress e la supportano nei momenti critici come durante il riempimento delle cariossidi.
 
In un contesto di crescente pressione per migliorare la sostenibilità, il protocollo di K-Adriatica rappresenta un passo importante verso una cerealicoltura sostenibile in Italia. Grazie all'impiego di tecnologie innovative come microgranuli alla semina, concimi a lento rilascio e applicazioni fogliari di biostimolanti, è possibile non solo mantenere le rese produttive riducendo del 20% il consumo di azoto, ma anche migliorare la qualità finale del raccolto, come evidenziato dal miglioramento del peso ettolitrico. Questo approccio integrato offre agli agricoltori gli strumenti necessari per affrontare le sfide attuali, coniugando produttività, qualità e sostenibilità.

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